LETTERA AL 2013
In partenza verso il 2014
Con amore,
In partenza verso il 2014
Dal film "Todo sobre mi madre" (Predro Almodovar, 1999)
Ci tengo a condividere questo meraviglioso monologo tratto da uno dei miei film preferiti.
"Mi chiamano Agrado, perché per tutta la vita ho sempre cercato di rendere la vita gradevole agli altri. Oltre che gradevole sono molto autentica: guardate che corpo, tutto fatto su misura! Occhi a mandorla, ottantamila. Naso, duecento, buttate nell’immondizia, perché l’anno dopo me l’hanno ridotto così con un’altra bastonata. Lo so che mi dà personalità, però se l’avessi saputo, non me lo toccavo. Continuo. Tette, due, perché non sono mica un mostro! Settanta ciascuna, però le ho già super-ammortizzate. Silicone nei… (…) Labbra, fronte, zigomi, fianchi e culo. Un litro sta sulle centomila, perciò fate voi il conto perché io l’ho già perso. Limatura della mandibola, settantacinquemila, depilazione definitiva col laser, perché le donne vengono dalle scimmie tanto quanto gli uomini, sessantamila a seduta, dipende da quanta barba una ha, normalmente da una a quattro sedute. Però se balli il flamenco ce ne vogliono di più, è chiaro. Bene, quello che stavo dicendo è che costa molto essere autentica, signora mia. E in questa cosa non si deve essere tirchi, perché una è più autentica, quanto più somiglia all’idea che ha sognato di se stessa."
Nella pagina "VIDEO" è possibile vedere la scena del film.
Dedica speciale per una persona speciale
Il 6 Maggio di qualche anno fa il mondo diventava ancora più bello grazie alla nascita di una persona fantastica.
Oggi questa persona ho l'onore di poterla chiamare Amica e nonostante ci conosciamo da pochi anni rappresenta per me un grande punto di riferimento e la ragione per cui continuare ad andare avanti.
Il Parlamento francese si pronuncia per l'eguaglianza tra coppie etero e dello stesso sesso
Il 23 Aprile 2013 la Francia ha scritto un'altra pagina importante della sua storia: con 331 voti a favore e 225 voti contrari, l'Assemblea Nazionale ha approvato definitivamente la legge "Mariage pour tous".
Un voto che arriva dopo settimane di acceso dibattito e tante manifestazioni pro e contro, un voto storico che ha portato finalmente al riconoscimento del matrimonio e la possibilità di adozione per le persone dello stesso sesso.
Felice è Christiane Taubira, Ministro della giustizia francese, relatrice e forte sostenitrice della legge, la quale ha annunciato che le prime unioni potranno essere celebrate già a Giugno: "Crediamo che le prime nozze saranno una cosa bella e porteranno un vento di gioia e che coloro i quali oggi vi si oppongono saranno disorientati quando verranno sopraffatti dalla felicità dei neo-sposi e delle famiglie".
Tanta gioia e festa per le strade di Parigi ma ahimé anche le proteste non sono mancate.
Gli oppositori della legge hanno promesso nuove manifestazioni e c'è chi addirittura ha richiesto un referendum. Fortunatamente la Costituzione francese non lo prevede su un tema di diritti civili (e ci mancherebbe!).
L'ala destra conservatrice dell'Assemblea Nazionale ha presentato ricorso al Consiglio Costituzionale. Se i giudici, come mi auguro, lo respingeranno, il Presidente François Hollande potrà firmare la legge e rendere così effettivo un provvedimento dall'indiscutibile portata storica.
Riguardo coloro che, in Francia come in qualsiasi altra parte del mondo, contestano e si dicono disgustati.. Mi domando come sia possibile indignarsi e allo stesso tempo definirsi bravi cristiani quando il proprio prossimo si vede riconoscere quei diritti che non dovrebbero avere bisogno di una legge per essere regolamentati. Con quale coraggio questa gente si guarda allo specchio ogni mattina? Chi si credono di essere loro per decidere chi può sposarsi e chi no, chi può crearsi una famiglia e chi invece deve restare a guardare in silenzio la felicità degli altri?
Tratto dal Festival di Sanremo 2013
Sto preparando il prossimo post.. intanto ci tengo a condividere il meraviglioso monologo che Luciana Littizzetto ci ha regalato in una delle puntate dello scorso Festival di Sanremo. E' passato molto tempo, lo so, ma credo meriti di essere ricordato.
Quando anche l'elezione del Presidente della Repubblica si trasforma in una barzelletta
Parlano i parlamentari italiani, parlano tanto. E bisogna dargli atto che almeno questo lo sanno fare. C'è chi addirittura urla a squarciagola, sia mai che qualcuno non lo riesca a sentire.
Ma adesso non c'è più tempo per grida e parole: Madri e padri di famiglia che tra mille sacrifici tentano di arrivare a fine mese, gente che soffre la fame, gente che cerca lavoro e gente che invece lo perde. Ed ancora, gente che sfinita cerca di compiere un gesto estremo. Questa è l'Italia di oggi, questa è l'Italia targata 2013. Incredibile, non è vero?
E mentre giorno dopo giorno questa follia scandisce impietosa la vita delle persone, i frequentatori di Montecitorio si confrontano a colpi di magliette, tradimenti, accordi e promesse.
Eppure una sola cosa erano chiamati a fare, una soltanto: eleggere il Presidente della Repubblica.
Scrivere un nome ed inserirlo in un'urna non sembrava essere una missione impossibile.. ma i nostri parlamentari non ci sono riusciti. O meglio, non hanno voluto. E non hanno voluto perché continuare a sedere su una poltrona di velluto rosso è più comodo che provare a risanare un Paese che si è contribuito ad affossare.
E pensare che quel nome lo avevano già pronto: Stefano Rodotà. Un nome scandito a gran voce dalla piazza e prima ancora dal web, un nome che sapeva di nuovo, di rinnovamento e diritti per tutti, non più solo per i soliti noti. Ma forse il problema era proprio questo.
Così si ricorre all'usato sicuro e quando questo risponde "Presente!" la sensazione di averla scampata diventa finalmente una certezza. Ed ecco allora che tutti si presentano difronte alle televisioni per rassicurare il popolo: il pericolo di fare il bene del Paese, anche questa volta, è finalmente scampato.
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