EGALITE' ET "MARIAGE POUR TOUS", LA FRANCE A DIT OUI!!
Il Parlamento francese si pronuncia per l'eguaglianza tra coppie etero e dello stesso sesso
Il 23 Aprile 2013 la Francia ha scritto un'altra pagina importante della sua storia: con 331 voti a favore e 225 voti contrari, l'Assemblea Nazionale ha approvato definitivamente la legge "Mariage pour tous".
Un voto che arriva dopo settimane di acceso dibattito e tante manifestazioni pro e contro, un voto storico che ha portato finalmente al riconoscimento del matrimonio e la possibilità di adozione per le persone dello stesso sesso.
Felice è Christiane Taubira, Ministro della giustizia francese, relatrice e forte sostenitrice della legge, la quale ha annunciato che le prime unioni potranno essere celebrate già a Giugno: "Crediamo che le prime nozze saranno una cosa bella e porteranno un vento di gioia e che coloro i quali oggi vi si oppongono saranno disorientati quando verranno sopraffatti dalla felicità dei neo-sposi e delle famiglie".
Tanta gioia e festa per le strade di Parigi ma ahimé anche le proteste non sono mancate.
Gli oppositori della legge hanno promesso nuove manifestazioni e c'è chi addirittura ha richiesto un referendum. Fortunatamente la Costituzione francese non lo prevede su un tema di diritti civili (e ci mancherebbe!).
L'ala destra conservatrice dell'Assemblea Nazionale ha presentato ricorso al Consiglio Costituzionale. Se i giudici, come mi auguro, lo respingeranno, il Presidente François Hollande potrà firmare la legge e rendere così effettivo un provvedimento dall'indiscutibile portata storica.
Riguardo coloro che, in Francia come in qualsiasi altra parte del mondo, contestano e si dicono disgustati.. Mi domando come sia possibile indignarsi e allo stesso tempo definirsi bravi cristiani quando il proprio prossimo si vede riconoscere quei diritti che non dovrebbero avere bisogno di una legge per essere regolamentati. Con quale coraggio questa gente si guarda allo specchio ogni mattina? Chi si credono di essere loro per decidere chi può sposarsi e chi no, chi può crearsi una famiglia e chi invece deve restare a guardare in silenzio la felicità degli altri?
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