GOVERNO ALL'ITALIANA
Quando anche l'elezione del Presidente della Repubblica si trasforma in una barzelletta
Parlano i parlamentari italiani, parlano tanto. E bisogna dargli atto che almeno questo lo sanno fare. C'è chi addirittura urla a squarciagola, sia mai che qualcuno non lo riesca a sentire.
Ma adesso non c'è più tempo per grida e parole: Madri e padri di famiglia che tra mille sacrifici tentano di arrivare a fine mese, gente che soffre la fame, gente che cerca lavoro e gente che invece lo perde. Ed ancora, gente che sfinita cerca di compiere un gesto estremo. Questa è l'Italia di oggi, questa è l'Italia targata 2013. Incredibile, non è vero?
E mentre giorno dopo giorno questa follia scandisce impietosa la vita delle persone, i frequentatori di Montecitorio si confrontano a colpi di magliette, tradimenti, accordi e promesse.
Eppure una sola cosa erano chiamati a fare, una soltanto: eleggere il Presidente della Repubblica.
Scrivere un nome ed inserirlo in un'urna non sembrava essere una missione impossibile.. ma i nostri parlamentari non ci sono riusciti. O meglio, non hanno voluto. E non hanno voluto perché continuare a sedere su una poltrona di velluto rosso è più comodo che provare a risanare un Paese che si è contribuito ad affossare.
E pensare che quel nome lo avevano già pronto: Stefano Rodotà. Un nome scandito a gran voce dalla piazza e prima ancora dal web, un nome che sapeva di nuovo, di rinnovamento e diritti per tutti, non più solo per i soliti noti. Ma forse il problema era proprio questo.
Così si ricorre all'usato sicuro e quando questo risponde "Presente!" la sensazione di averla scampata diventa finalmente una certezza. Ed ecco allora che tutti si presentano difronte alle televisioni per rassicurare il popolo: il pericolo di fare il bene del Paese, anche questa volta, è finalmente scampato.
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