THE SEASON IS OVER
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Berlusconi ad Obama: In Italia dittatura delle toghe rosse
Spesso, quando mi fermo a pensare o cerco l'ispirazione per scrivere qualcosa, mi pongo delle domande. Non passa giorno senza che io mi interroghi su qualcosa: la vita, il futuro, le persone..
E da ieri che un nuovo quesito mi tormenta (nuovo si fa per dire ovviamente), fino a che punto può arrivare la demenza umana? Miei cari lettori, la risposta non l'ho ancora trovata. Forse perchè una risposta a questa domanda non c'è? Probabile.
Ma se qualcuno dovesse chiedermi "il Presidente del Consiglio italiano è un emerito pirla?" la mia risposta sarebbe pronta e sicura "Si!". Quanto accaduto nella giornata di ieri a Deauville (Francia) durante il G8 non può che confermare la mia ipotesi.
In questi giorni i potenti del pianeta (ossia coloro che lo stanno uccidendo) sono riuniti nella cittadina della Bassa Normandia. Obama, Sarkozy, Merkel, ci sono proprio tutti ed ahimè c'è anche Silvio Berlusconi.
Per farsi notare, per illudersi di contare ancora qualcosa a livello mondiale, il rappresentante italiano ha dato vita ad un fuori programma tanto ridicolo quanto preoccupante. Prima dell'inizio della vertice il Premier si avvicina ad Obama e con l'aiuto di una interprete (ve credevate che parlasse inglese eh?!) rivela al Presidente degli Stati Uniti la sua preoccupazione dovuta al fatto che, cito le parole sue, "in Italia c'è una dittatura dei giudici di sinistra" e prosegue "in 31 processi sono stato sempre assolto".
Obama non risponde, si limita ad annuire ma la sua espressione lascia trasparire un comprensibile stupore e imbarazzo.
Chi invece non nasconde le proprie emozioni è Nicolas Sarkozy. Il Presidente francese, infatti, appare visibilmente irritato per l'inaspettata mossa del collega italiano.
Quello che si è consumato ieri in Francia non è il primo dei patetici siparietti inscenati dal leader del PdL durante un vertice mondiale o europeo.
Come dimenticare il gesto delle corna nel febbraio 2002, o il cucù ad Angela Merkel del 2008 o, ancora, quella volta che fece arrabbiare la Regina Elisabetta II urlando "Mr Obama" durante una foto di rito?
Potrei proseguire con l'elenco delle sue buffonate ma credo sia meglio fermarsi qui, il soggetto ormai lo abbiamo inquadrato tutti.
Australian Open, Dubai, Indian Wells, Miami, Belgrade, Madrid e Roma, Nole non si ferma più!
Cari amici e lettori,
quella che vi propongo oggi è una lettera che ho scritto lo scorso 6 settembre.
Il destinatario e Cesc Fabregas, centrocampista e capitano dell'Arsenal.
Caro Cesc,
pur sapendo che non leggerai mai queste mie poche righe ho deciso di scriverle perchè quando hai bisogno di sfogarti un pezzo di carta può trasformarsi nel tuo migliore amico.
Ho sempre pensato che se mai ti avessi scritto una lettera sarebbe stato per complimentarmi con te. Ma purtroppo non è così che doveva andare.
Mi piange il cuore nel dirti che la mia stima nei tuoi confronti da tre mesi a questa parte non è più la stessa. Giorno dopo giorno ti sento sempre più distante e l'indifferenza, uno dei sentimenti più brutti che ci sia, prende il sopravvento.
Ti ho visto alzare la Coppa del Mondo e dedicarla a noi tifosi dell'Arsenal ma non mi è importato niente, ti ho visto scendere in campo con la maglia biancorossa un mese dopo ma non ho provato nulla.. Io che per anni ho gridato il tuo nome mentre saltavo sul divano per esultare ad un tuo gol o ad una tua giocata..
Cosa diavolo è successo?
E' successo che alcuni tuoi atteggiamenti, alcune tue dichiarazioni mi hanno ferita facendomi più male di un pugno in pieno stomaco.
Hai indossato la maglia del Barça mentre facevi festa per la vittoria del Mondiale (uno scherzo organizzato a tua insaputa? ok ma quel sorrisetto da idiota te lo potevi risparmiare); sempre nel corso dei festeggiamenti hai riso quando un uomo è stato centrato in pieno da uno sputo (un Gooner non deve comportarsi così); non hai perso occasione per rilasciare dichiarazioni ambigue e dal mio punto di vista (quello di una Gooner) molto discutibili.
Scusa ma non ti posso perdonare. No, non è il titolo di un libro ma quasi certamente quello dell'ultimo capitolo della "nostra storia".
Mi dispiace veramente tanto, poteva finire diversamente.. ma non sono stata io a decidere.
Ti saluto senza troppo rancore e senza lacrime perchè i giocatori vanno e vengono ma l'Arsenal è per sempre!
Goodbye and goodluck..
MARTINA
Non credo che io debba aggiungere altro.
Ed eccomi qui a scrivere il primo post su questo mio nuovo spazio web.
Ho erroneamente cancellato il mio primo blog e adesso mi tocca ricominciare da qui, riproponendo vecchi post e scrivendone di nuovi.
Visto e considerato che è la prima volta che scrivo penso sia opportuno cominciare con una breve presentazione:
Il mio nome è Martina (e questo lo si era capito..) e vivo in provincia di Roma.
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